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180 grammi

180grammi di piacere “romano”

Un’ottima annata per il locale di Jacopo Mercuro: tra premi, progetti per il futuro e pizze e fritti sempre buonissimi e nuovi

Tantissimi premi e riconoscimenti – incluso quello come Best Pizza Chef Under 35 dei Food&Wine Italia Awards -, la partecipazione a Master Chef, il locale sempre pieno (con assurde recriminazioni e recensioni negative di chi si arrabbia perché non riesce a trovare posto), l’indirizzo dedicato al delivery in via Tor de’ Schiavi che sarà presto raddoppiato in zona Ostiense, tante collaborazioni in Italia e all’estero. Insomma, quello a cavallo tra il 2022 e il 2023 sembra un periodo d’oro per Jacopo Mercuro e il suo progetto dedicato alla pizza romana (ma non solo).

Così, visto che era un bel po’ che non ci andavo e un amico insisteva perché voleva provarlo, sono tornata da 180Grammi, in via Genazzano. Ho trovato un locale che “gira” perfettamente, curato ma informale, senza pretese “da ristorante” ma con tante attenzioni, anche grazie a una squadra rodata tanto in sala quanto in cucina (a cominciare da Simone Ballicu, chef “convertito” alla pizza): insomma, un posto dove passare una serata piacevolissima. E Jacopo, nonostante la stanchezza, molto “centrato” e determinato.

Il menu, poi, è in piena esplosione creativa. Dagli starter (che vanno dalla ormai famosa “pizza co’n botto de mortazza” al panepizza, rettangoli di padellino al burro variamente farcito, 3,5-12 euro) ai tranci in teglia con lievito madre Mani in pasta (6-6,5 euro), dai fritti classici e creativi (3-7 euro) alle pizze tonde romane Rosse (6-11 euro) e Bianche (8,5-12 euro) a quelle più originali e decisamente gastronomiche, riunite sotto la categoria Rinascimento della Pizza Romana (15-17 euro).

Ecco quello che abbiamo assaggiato.

Cominciamo con il panepizza con burro, alici e yuzu, una partenzaa elegante e goduriosa al tempo stesso dove spicca l’aroma del mio agrume giapponese preferito (che piace un bel po’ anche a Jacopo a quanto pare!), e un po’ di fritti: il supplì classico “al telefono”, super filante, la Pasta e patate sotto forma di cannellone (un cannellone ripieno di crema di patate arrosto, provolone del monaco e crema di provola affumicata al pimenton) e lo strepitoso Croque-monsieur al panettone: due strati di panettone farciti di prosciutto cotto alla brace, groviera, salsa creme fraiche e polvere all’arancia. In più, Jacopo ci aggiunge pure un Sanpietrino con noodles e sala teryiaki allo yuzu .

Passiamo alle pizze – che in alcuni casi dalla cucina ci mandano gentilmente in via eccezionale in spicchi per permetterci di assaggiare più cose – cominciando alla grande con la “rinascimentale” Burro, Parmigiano e tartufo: fiordilatte, cremoso al Parmigiano Reggiano Vacche Rosse, crumble di burro salato alla salvia, Parmigiano Reggiano stagionato 100 mesi, tartufo fresco di stagione e pepe di Sichuan. Un riuscitissimo insieme di ingredienti pregiati che ricrea la sensazione della pasta al tartufo, fatta in maniera impeccabile!

Visto che eravamo stati indecisi nella scelta, ci arrivano a sorpresa anche due spicchi di un’altra pizza della stessa categoria: Ischia Safari (fiordilatte, coniglio all’ischitana, salsa vierge, polvere di olive alla brace e senape) creata in omaggio alla manifestazione ischitana a cui Jacopo ha partecipato invitato da Ivano Veccia. Molto elaborata, risulta forse appena un po’ slegata nelle varie componenti.

Ci conquista la goduriosa semplicità della pizza rossa Provola e Pepe, in cui oltre agli ottimi ingredienti del nome spicca anche la nota aromatica del pepe indiano Tellicherry: per fortuna la pizza in questo caso è intera, e ce la divoriamo!

Io sarei a posto, ma il mio amico ha ancora appetito e curiosità da soddisfare. E per fortuna, dico col senno di poi. Ci affidiamo a Jacopo che ci manda uno spicchio di Mangal, pizza dedicata al ristorante turco di Londra dove devo assolutamente andare appena ne ho occasione (ce ne sono due, indagherò su quale sia quello giusto): l’insieme di hummus di zucca alle erbe, cavolo nero ripassato, salsa yogurt al melograno, pimenton de la Vera e misticanza è soprendentemente buono, un mix di freschezza e rotondità, dolcezza e pungenza. Ecco un’altra pizza che, pur se decisamente elaborata, credo che no faticherei a mangiare intera!

C’è ancora posto per un dolce, e qui la scelta per chi è goloso si fa difficile: c’è il padellino “fluffy” – sorta di “pizza-brioche” – nelle varianti stagionali (in questo caso un omaggio allo strudel con mela e cannella), il Maritozzo come un babà bagnato al rum e farcito con crema pasticcera al cardamomo, crumble al cacao e ribes, il Come un Tiramisù con crumble al cacao e sale Maldon. La scelta del mio accompagnatore va invece sulla Yuzu tart: frolla alla nocciola, crema allo yuzu, meringa all’italiana e nocciole tostate, per un dessert di gran classe, semplice nella composizione ma per nulla banale, e realizzato in maniera perfetta bilanciando sapori e consistenze. Da applausi!

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