- Autore: luciana squadrilli
- Data: 30 Giugno 2020
- Categoria: Recensioni
Alma Buona, la “power pizza” per tutti
A Roma – dopo la sede originale di Latina – Alma Buona propone pizze a base di ingredienti stagionali, spesso regionali, e con attenzione al benessere e alle diverse esigenze alimentari
Ero stata, un paio di anni fa, alla serata di presentazione alla stampa di Alma Buona, pizzeria romana in zona Cipro (a due passi dal Pizzarium di Gabriele Bonci, per intenderci) e mi era sembrato un progetto interessante ma ancora da mettere a fuoco – anche a causa di una serata organizzata con troppa fretta, o almeno questa era stata la mia impressione. Ci sono tornata la scorsa settimana, a un tavolo più ristretto con alcuni colleghi e Massimo Sacco – Food & Beverage Manager ed esperto in Food wellness trend, fondatore di Alma Buona insieme a Massimiliano Tiberti, che è in sala – avendo modo di approfondire e di riassaggiare pizza e altri prodotti.
Il focus del locale è quello di proporre cibo non solo buono ma attento alla salute e al benessere, utilizzando tra gli ingredienti superfood – dalla spirulina, ora rigorosamente made in Italy come tutte le altre materie prime, alla zeolite, minerale dalla importanti proprietà depurative – e prodotti biologici e di qualità e dando la possibilità di godersi la pizza e la serata anche a chi segue un’alimentazione controllata: in menu ci sono proposte “leggere”, vegetariane, senza glutine e perfino una pizza fruttariana, a base di farina di platano e lievito homemade.
Le farine utilizzate sono bio e selezionate per qualità e proprietà: gli impasti sono diversi, oltre al tradizionale ci sono quelli al farro, al kamut, senza glutine e poi quello “stagionale” che si arricchisce di volta in volta di un superfood: oltre a spirulina (usata anche per la birra e i formaggi, realizzati da produttori laziali su ricetta di Alma Buona) e zeolite, proposta per l’estate e adattissima al momento, ci sono anche la curcuma e il ganoderma lucidum, o reishi, un fungo medicinale, utilizzati per gli impasti, e altri prodotti come bacche di goji, sommacco o maca nera (a quanto pare, amica della libido femminile) per altri impieghi. In tutti i casi, si parla di almeno 24 ore di lievitazione naturale mentre dopo le 48 l’impasto vene utilizzato per fare il pane. Ci sono anche pizze certificate AILI (Associazione Italiana Lattiero-Intolleranti) e le pizze a base di kamut e farro sono naturalmente povere di glutine.
Le pizze – suddivise in Classiche, Del Territorio, Dal Mondo, Speciali e Focacce, più i fuori menu alla lavagna – vanno dai 5,5 ai 10 euro.
Insomma una “Power Pizza” che mette insieme gusto e salute; ora, io devo dire che non sono certo fissata con il cibo sano a tutti i costi – o meglio, con quello sbandierato come tale – però ho apprezzato il lavoro fatto sugli ingredienti e sull’andare incontro alle esigenze di tanti. Inoltre, la selezione dei fornitori è “reale” e – soprattutto – il risultato finale decisamente piacevole anche per chi mangia qualsiasi cosa.
Alma Buona: gli assaggi
Abbiamo iniziato con una selezione di (ottimi, davvero) formaggi del caseificio di Latina Alveti&Camusi – tra cui quelli alla spirulina e alla zeolite – e con degli sfiziosi “fritti non fritti”: arancini, polpette di melanzane, panzerotti e altro, in versione mignon, cotti al forno e realizzati sempre su indicazione di Massimo Sacco da un’azienda italiana senza pre-frittura (quindi senza quella sensazione di unto non freschissimo dei fritti precongelati, diciamo).
Poi, la Pizza Experience in cui, sostanzialmente, ci si può comporre la propria pizza preferita scegliendo impasti e condimenti. A noi è arrivato un tagliere con focaccia di farro all’origano e, a parte, stracciatella di bufala in un vasetto, pomodori pachino saltati in padella con cipolla di Tropea e basilico in un altro e una fava tonka – profumatissima – con minigrattugia, da assemblare a piacere: mettendo su uno spicchio solo stracciata e fava Tonka si mette in risalto il profumo di quest’ultima e si ottiene quasi un dessert, mentre il più canonico abbinamento tra latticini e pomodori funziona sempre bene.
Poi abbiamo assaggiato la Margherita classica con impasto al farro – discreta – e due pizze dalla lavagna, decisamente insolite e più interessanti.
Quella con fiordilatte e fiori di zucca, completata fuori dal forno con stracciata, rucola e scorza di limone – su impasto al kamut – era piacevolmente fresca, perfetta per la stagione.
La pizza al farro con fiordilatte e – a crudo – crema di avocado e zenzero, bufala stracciata e datterino giallo saltato con cipolla di Tropea, molto buona ed equilibrata, ha creato attimi di suspence al tavolo per la (piacevole) acidità creata non dallo zenzero ma dai pomodori, decisamente meno dolci di quanto ci sarebbe aspettato; sensazione creata – abbiamo poi scoperto – dalla presenza anche di un po’ di yogurt sulla base.
Per finire – per i miei commensali ma non per me, che ai dolci rinuncio più che volentieri – un tortino al pistacchio a quanto pare goduriossisimo e un semifreddo al limone con lemon curd e coulis di fragole frutto di un lungo studio per ottenere consistenza ed equilibrio desiderato; entrambi hanno riscosso molto successo!
Alma Buona
Via Angelo Emo, 44
00136 Roma