
- Autore: luciana squadrilli
- Data: 14 Maggio 2018
- Categoria: Eventi
Bonci da Berberè Roma, una serata da ricordare
Gabriele Bonci da Berberè Roma per una serata indimenticabile: il pizzaiolo di Pizzarium ha portato impasti e condimenti a “casa” dei fratelli Aloe, alternandoli alle buonissime pizze di Berberé.
Non è stata una sfida, né uno sfoggio di bravura e creatività “gourmet” a tutti costi. E’ stata invece una bella serata – informale, divertente, rapida nei tempi ma rilassata nell’atmosfera e soprattutto golosissima – all’insegna dell’amicizia e della collaborazione, con i ragazzi della squadra di Gabriele Bonci che lavoravano fianco a fianco della brigata padrona di casa (per l’occasione guidata da Matteo Aloe che il giorno dopo ripartiva per Londra, e dallo “chef coordinatore” Alessandro Proietti Refrigeri) e ogni tanto, guidati da Gabriele, facevano partire un coro d’incitamento per Berberè, il progetto dei fratelli Aloe fresco di (ennesima) apertura a Verona.
Tanti impasti differenti, cotture e condimenti classici e speciali, tante pizze davvero buonissime seppure diverse per forma e tecnica ma associate – come recitava il menu-locandina della serata – da “due filosofie comuni su la pizza da un decennio”, a partire dalla scelta frequente di farine di grani alternativi (dal farro all’enkir) fino all’uso accorto delle lievitazioni e alla predilezione per ingredienti bio, sani, buoni, etici.
Loro, Matteo e Gabriele, si alternavano tra il banco, il forno e i tavoli in sala, passando a chiedere opinioni su impasti e assaggi a tutti gli ospiti, inclusi i più piccoli. Noi, dal canto nostro, sedute al tavolo in buona compagnia non avremmo smesso più di fare bis e tris tanto erano leggeri gli impasti e goduriosi i condimenti.
Ecco quello che abbiamo assaggiato.
Siamo partite – in anteprima essendo arrivate tra le prime, quindi con un bis meritato in questo caso – con la strepitosa “bruschetta” a base del pane di Bonci con alici (appena) marinate e una generosa dosa di burro al limone da spalmare o “picchiare” a volontà. Un abbinamento tra sapidità e acidità che sottolineava in modo straordinario la sensazione iodata e il gusto intenso del pane integrale.
Poi sono iniziate ad arrivare in tavola le pizze, sovvertendo piacevolmente l’ordine del menu.
Prima la focaccia al padellino di Bonci – impasto di farro da polish e lunga maturazione -, uno spicchio condito con un topping di crema di ceci e mortadella. E se state immaginando qualcosa di pesante e un po’ “grasso”, beh era tutto il contrario: una vera e propria nuvola, alta e soffice, scomparsa in pochi morsi e perfettamente bilanciata nel condimento.
Poi, uno dei cavalli di battaglia di Berberè: la pizza tonda con impasto di Enkir (uno dei 3 proposti ogni sera a rotazione in alternativa a quello classico) e condita con prosciutto crudo, burrata, fior di latte e olio all’arancia. Anche in questo caso, un piccolo capolavoro di equilibrio tra rotondità, freschezza e grassezza con l’olio che dà la marcia in più al tutto. Una pizza buonissima che avevo già assaggiato la scorsa estate nella versione estiva con la coppa, convince altrettanto nella versione originale con il prosciutto crudo.
A seguire, ancora un grande classico di Berberé per ricordare che la semplicità molto spesso vince. L’impasto classico in questo caso era farcito con pomodoro, mozzarella di bufala di Caserta a crudo (appena scaldata dalla base), basilico e olio extravergine. Chapeau.
Infine, la “tatin di carciofi” di Gabriele, pizza in teglia rovesciata con un impasto più sottile del solito e piacevolmente croccante condita con carciofi crudi (quelli dell’azienda biodinamica Le Spinose), olio, aglio (abbondante ma gradevole) e una generosissima spolverata di pecorino. Non siamo riuscite a tenere il conto di quanta ne abbiamo mangiata!
Per concludere gli assaggi, il sorbetto di limone con fragole si è rivelato perfetto. Fresco e leggero ma goloso, non ci ha fatto rimpiangere troppo di aver concluso la degustazione di queste pizze fantastiche e una serata davvero piacevole.