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Chef’s Table: Pizza, impressioni a caldo

Spoiler Alert! Abbiamo visto (non nell’ordine previsto da Netflix) tre puntate della nuova stagione, tra cui naturalmente le due italiane. Ecco qualche commento, parziale, alla visione.

La notizia ormai la sanno anche i muri (perlomeno quelli a cui piace la pizza!): da ieri, sette settembre, è online la settima stagione di Chef’s Table, la popolare serie Netflix di documentari culinari, ed è dedicata proprio alla pizza! Le sei puntate hanno come protagonisti altrettanti pizzaioli di diversi Paesi: ci sono gli “americani” Chris Bianco (patron della Pizzeria Bianco di Phoenix, Arizona e del ristorante Tratto), Ann Kim (coreana oggi alla guida della Pizzeria Lola a Minneapolis, Minnesota), e Sarah Minnick, pizzaiola e gelatiera a Portland, Oregon, dove ha aperto il suo Lovely’s Fifty Fifty. C’è il giapponese Yoshihiro Imai del Monk di Kyoto. E poi ci sono due vere glorie italiane della pizza: Franco Pepe e Gabriele Bonci.

Se volete saperne un po’ di più, vi invito a leggere larticolo che ho scritto per Food&Wine Italia, in cui ho raccolto commenti e anticipazioni – prima della messa in onda – di Gabriele e Franco e del regista e produttore Brian McGinn, con cui ero in contatto dai tempi dell’ideazione della nuova stagione e che ho incontrato per pura coincidenza in occasione di una meravigliosa colazione da Villa Rosa di Peppe Guida a Vico Equense.

Ieri sera avevo in programma una maratona-Netflix ma sono riuscita a vedere solo tre puntate skippando biecamente alle due italiane dopo la prima. Ecco quindi qualche mia impressione a caldo, visto che oggi ho subito iniziato a scambiare commenti con amici e colleghi. Non la chiamerei recensione e soprattuttto vi avviso: ci sarà qualche spoiler!

Intanto, dico subito che ritengo Chef’s Table un prodotto di altissimo livello, dal punto di vista autoriale e registico; però trovo che la sua tendenza all’estetica e alla drammatizzazione (che comprendo, ovviamente) dopo un po’ rischino di rendere un po’ noiosa la narrazione e portino a delle forzature. Quando, invece, la storia e i personaggi sono abbastanza “forti” di per sé, escono fuori delle vere e proprie “bombe”.

Così, ad esempio, ho trovato sinceramente noioso il primo episodio su Chris Bianco: non voglio sminuire l’asma come malattia, ci mancherebbe, ma trovo che il racconto che la fa diventare la sua tragedia personale sia un po’ eccessivo. Inoltre, non mi è “arrivata” molto la sua pizza e mi ha dato un po’ fastidio il ruolo totalmente di secondo piano della moglie, che compare nella puntata ma di cui non si sa quasi nulla.

Chef’s Table: Pizza, la puntata su Gabriele Bonci

La puntata su Gabriele Bonci – che trovo molto coraggioso a esporsi con tanta sincerità – è molto forte, ed esce fuori da ogni schema: Gabriele si racconta senza reticenze, traspare la sofferenza che si è portato dietro per anni (di cui chi lo conosceva ma non aveva abbastanza intimità da provare a intervenire è stato spesso spettatore impotente) e la risolutezza nel voler prendere le distanze da quello che è stato. Gli spezzoni dei programmi TV di cui è stato protagonista rendono tutto inquietante, come una specie di Truman Show, e la narrazione puntuale ed empatica di Elisia Menduni aiuta a contestualizzare tutto; anche se poi alcune scene “a effetto” rischiano di creare un cortocircuito spettacolarizzando la presa di distanza di Gabriele dal mondo dello spettacolo.

Ho già letto commenti su presunti “deliri di onnipotenza” e primati sbandierati ma la verità è che Bonci ha davvero dato il via alla rivoluzione della pizza in teglia (qualcuno prima ci aveva provato, ma non aveva avuto la sua capacità divulgatoria) e molte cose le ha fatte davvero per primo, non ci piove.

Nella puntata figurano anche diversi amici, colleghi e colaboratori di Gabriele: mentre però Sancho viene giustamente citata e raccontata, come anche Roberto Liberati (WOW!), restano nell’anonimato ad esempio Roberta Pezzella e Tommaso Tonioni da Pulicaro. Quello che mi è piaciuto di più è che Gabriele evita di trovare capri espiatori, e si prende tutte le responsabilità: chapeau.

Chef’s Table: Pizza, la puntata su Franco Pepe

Sarò di parte – lo sono? – ma per me la puntata girata tra Napoli e Caiazzo è la più riuscita e godibile delle tre che ho visto. Certo, racconta cose che chiunque segua un minimo le sue gesta conosce già molto bene; certo, sorvola totalmente su alcuni dei progetti più interessanti (come Authentica). Ma riesce a trasmettere a mio parere piuttosto bene il carattere di Franco, quel non sentirsi mai arrivato e mai sicuro al 100% pur se pienamente consapevole delle proprie capacità, la spinta continua a fare meglio e il rifiuto dei compromessi, il grande ragionamento e lo spessore umano e professionale che c’è dietro a ogni sua scelta e a ogni sua pizza.

Ecco, le pizze: qui, nonostante la narrazione “romanzata” – ma non finta: per chi sa quanto ha sofferto Franco per le sue vicende familiari, vederlo nel programma sorridere insieme ai fratelli e ai figli non può non essere genuinamente emozionante – le pizze restano co-protagoniste e ti fanno venire una dannata voglia di andarle a mangiare!

Altri bonus della puntata: gli outfit di Franco, che passa con nonchalance dai pantaloncini alla tenuta da ciclista, fino alle stilosissime giacche dei primi piani; il suo sorriso e la luce nei suoi occhi quando parla di quello che è riuscito a raggiungere (non premi e riconoscimenti ma risultati concreti); e i fantastici cameo di Domenico Barbiero de La Sbecciatrice e Mimmo La Vecchia de Il Casolare.

Appena riesco guardo gli altri tre episodi! E voi, li avete già visti? Cosa ne pensate?

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