- Autore: Tania Mauri
- Data: 6 Giugno 2018
- Categoria: Prodotti
#CilentoOnTheRoad: le Alici di Menaica
Se avete la fortuna di arrivare dal mare resterete incantati dal borgo medievale di Pisciotta che si staglia contro il cielo, incastonata così tra uliveti e rocce. Se abbassate lo sguardo vedrete che ai suoi piedi c’è il piccolo centro abitato di Marina di Pisciotta, con la sua spiaggia scura, qualche ristorante e il porticciolo. Siamo di nuovo nel Cilento, a metà strada tra Velia e Capo Palinuro, e qui si pratica un’antichissima tecnica di pesca usata dai Greci, quella delle alici, un tempo diffusa su tutte le coste del Mediterraneo, che oggi sopravvive in pochi luoghi in Italia e può essere praticata solo da marzo a metà luglio.
E noi abbiamo avuto la fortuna di praticarla, con grande emozione, una sera di fine maggio con la barca che, , al tramonto, ci cullava dolcemente verso il largo
in compagnia di Vittorio e di suo figlio e della buonissima focaccia di San Martino, fatta dalla dolci mani di Donatella, moglie di Vittorio ma anche colei che sta portando avanti, con coraggio e determinazione, questa non facie produzione.
In questo angolo di paradiso dove le alici di Menaica si pescano e producono da sempre e con lo stesso metodo che sopravvive grazie a un gruppo di pescatori, sempre più ristretto per motivi puramente burocratici,
che escono in mare con barca e rete, la menaica, ecocompatibile e sottile che si stende al largo, a muro, sulla rotta dei pesci di passaggi, che fa passare le alici più piccole mentre le più grandi si incastrano con la testa nelle maglie sottili della rete.
Con la sola forza delle braccia si tira in barca la rete e si estraggono dalle maglie, una a una, staccando la testa ed eliminando le interiora e sistemandoli in cassette di legno.
La prima lavorazione, poche ore dopo la pesca, avviene in laboratorio dove vengono tolte la testa e i visceri, così le alici si dissanguano.
Sono poi lavate, sfilettate, ma anche no, e messe nei tradizionali vasetti di terracotta alternate solo con strati di sale marino artigianale delle saline di Trapani.
La conservazione va dai 90 giorni ai 13 mesi al massimo (periodo per cui le proprietà organolettiche restano immutate) in contenitori di PVC ma anche nelle trezzarole di legno di castagno, come vuole la tradizione.
Le alici di Menaica sotto sale si distinguono per la carne chiara che tende al rosa perchè l’ assenza del sangue evita che le carni si ossidino, si degradino e, particolare non da poco, possono essere mangiate crude perchè non avendo le interiore non posso prendere l’ anisakis.
Ma con queste alici si può fare anche un’ottima colatura, diversa da quella di Cetara: il liquido di affioramento viene prelevato, lasciato nella sala di stagionatura per tre mesi affinché decanti, privato delle impurità, bollito e filtrato e poi messo in barattoli di vetro (così come il loro ottimo tonno).
A Marina di Pisciotta non ci sono più tanti pescatori che pratica questo tipo di pesca, vuoi anche per le leggi sempre più restrittive e poco intelligenti, ma c’è una donna, Donatella Marino, che con la sua famiglia sta portando avanti la tradizione da anni, non senza sacrifici, ma non le mancano determinazione e coraggio.
Donatella sarà lieta di farvi visitare il suo regno, il laboratorio (il marito si occupa soprattutto della pesca) e poi potrete assaggiarle, comodamente seduti nel dehor esterno con vista mare, sotto sale, fresche in insalata – condite con olio extra vergne di oliva, succo di limone, sale, aglio, prezzemolo – con gli spaghetti, farcite, fritte o sulla pizza.
Alici di Donatella Marino
Via Lngomare Colombo, 31 – Marina di Pisciotta (Sa)
tel. 347 4439102
www.alicidimenaica.it