- Autore: luciana squadrilli
- Data: 5 Settembre 2023
- Categoria: I luoghi della pizza, Recensioni
La pizza a Castel di Sangro
La località abruzzese che fa da campo base per gli sciatori in inverno e per i vacanzieri che amano la montagna e il fresco d’estate, è sempre più anche una meta gastronomica. E non mancano le occasioni per mangiare pizza.
Per chi ama trascorrere l’estate in montagna, tra belle passeggiate e (relativo) fresco ma con anche qualche puntata al lago o in piscina, ed è troppo lontano dalle Alpi o dalle Dolomiti – se ci leggete un po’ di nostalgia, in queste righe, siete nel giusto – ci sono sempre gli Appennini. Soprattutto per chi abita a Roma o a Napoli, o nel mezzo, le montagne dell’Aremogna, che dominano i paesi di Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo, sono l’ideale. Un po’ più in basso, c’è pure Castel di Sangro che per chi arriva da Napoli è la prima e più comoda località, e anche quella con più servizi (inclusi i campi della Federazione Italiana Tennis).
Fino a qualche anno fa era un paesone senza troppa personalità, poi due cose ne hanno cambiato la fisionomia e l’offerta: prima l’apertura del ristorante Reale a Casadonna di Niko Romito, che si è spostato qui nel 2011 da Rivisondoli e ha conquistato le tre stelle Michelin, e poi la scelta della località come ritiro estivo del Napoli Calcio, che quest’anno è per giunta Campione d’Italia. Insomma, di motivi per trascorrere qualche giorno e più a Castel di Sangro ce ne sono sempre più e non mancano nemmeno quelli gastronomici (ne ho scritto più diffusamente qui, ma dopo la mia breve vacanza aggiungerei agli indirizzi anche la torrefazione Caffè Caraceno, che propone ottime miscele, espressi e caffè con varie estrazioni e perfino un espresso tonic perfetto, ideale per i pomeriggi più caldi).
Tra gli indirizzi da provare, ce ne sono anche diversi che ruotano intorno a pizze e focacce.
Da ALT a Trancio, le focacce più buone
Inutile dilungarmi troppo su ALT, la “creatura easy” di Niko Romito – ora in procinto di aprire molte nuovi sedi, con format simile nato dall’Accademia di formazione culinaria, in tutta Italia insieme ad ENI – dove si mangiano le buonissime bombe fritte con farciture dolci e salate, polpette e pollo fritto, toast e pandolci. E ovviamente, focacce di vario genere sfornate nel laboratorio sul retro: quelle piccole, tonde, farcite in vari modi, o quelle in teglia alte e soffici, in versione bianca o al pomodoro, che ci siamo portate come merenda in montagna.
E’ un ex allievo dell’Accademia, e poi collaboratore di Niko Romito sia al Reale, sia da Spazio a Milano e Roma – dove è stato stregato dalla pizza in teglia di Gabriele Bonci – anche Stefano De Cesare, che con la pandemia è tornato a Castel di Sangro, dove è nato, e insieme all’amico e collega Gianmarco Dell’Armi (che presiede la cucina del ristorante Materia Prima) ha aperto Trancio-pizza in teglia portando la specialità romana, venduta al taglio come sotto al cupolone, nella cittadina abruzzese: impasto leggerissimo, saporito, croccante al punto giusto ma mai secco nè unto, e condimenti eccellenti ma mai sopra le righe ne fanno l’aperitivo (o, abbondando con le dosi, anche la cena) perfetto, da portare a casa o consumare sul posto agli ambitissimi tavolini esterni o ai pochi sgabelli interni, accompagnando gli assaggi con le ottime birre artigianali made in Castel di Sangro del Birrificio Abruzzese.
Noi ci siamo tornati più volte assaggiando diversi gusti: dalla classica Margherita a quella con salsiccia e peperoni, da spinaci e ricotta a pomodorini e rucola, fino alla più impegnatva ma deliziosa proposta con fiordilatte, gorgonzola e fichi freschi. Per l’estate, poi, i ragazzi di Trancio hanno preso in gestione anche il chiosco del laghetto wakeboard, ribatezzato Babylon Wakehouse, e non ci siamo fatti sfuggire anche lì un assaggio di focaccia per pranzo, in una giornata di ozio sul lettino in riva al lago (artificiale).
Abate, pizza gourmet
Ma a Castello trova pane (insomma, impasto) per i suoi denti anche chi ama più la tonda, e chi cerca qualcosa di più elaborato. il giovane Mirco Abate, originario del vicino Molise, dopo aver fatto esperienza in diversi locali due estati fa ha stabilito qui, in un grazioso locale su due livelli nel centro del paese, la pizzeria che porta il suo cognome (da cui il logo insolito ma interessante, che raffigura il profilo di un religioso). Vista la serata affollata – in estate queste zone risultano decisamente più animate che in inverno! – non sono riuscita a chiacchierare molto con Mirco che era giustamente impegnato. Essendo però in cinque a tavola siamo riusciti ad assaggiare diverse cose e abbiamo apprezzato anche il servizio attento e garbato nonostante la folla.
Le pizze sono di due tipi, le “Classiche” con impasto di ispirazione napoletana – ma moderna e personale, pur non essendo ” a canotto”- a base di farine semi-integrali da filiera certificata e maturazione lenta (con prezzi che vanno dai 4,5 euro della Marinara ai 18 di Gamberi e Zucchine, mi dicono molto buona) e le “Focacce croccanti ai semi vari” con impasto alto e soffice in doppia cottura ( prima al vapore e poi in forno) a base di farina di grano solina locale e farina semi-integrale aromatizzata con semi che possono apputo variare, e che sono proposte anche nelle versioni aperte e farcite nel mezzo (nell’insieme vanno dai 13,5 euro ai 23 ma hanno condimenti piuttosto elaborati; da aggiungere in ogni caso il coperto di 2 euro a persona).
Il menu vede un’interessante commistione tra Campania, Abruzzo e Molise negli ingredienti, anche se a mio parere i prodotti locali meriterebbero ancora maggiore spazio, anche per farli conoscere ai tanti napoletani che qui vengono in vacanza. Da segnalare anche una carta dei vini piena di etichette interessanti che vanno dall’Abruzzo alla Francia, tanto che un amico esperto ha subito adocchiato una rarità: il Pouilly Fumé Baron de Ladoucette d’annata.
Gli assaggi da Abate
Noi siamo partiti con qualche fritto: il buon Crocchè di patate con Fonduta di Parmigiano Reggiano 24 mesi e la super goduriosa Frittatina di pasta abruzzese Vol. 2: Pasta di Gragnano, Ragù all’abruzzese, Besciamella di latte abruzzese, fonduta di Parmigiano.
Tra le pizze, personalmente ho assaggiato l’elegante focaccia croccante con spinaci, canocchie crude e gel di prezzemolo, e la Terra D’abruzzo con crema di melanzane arrosto, fior di latte, provola affumicata, salame aquilano e Pecorino Canestrato di Castel del Monte (foto in apertura), che mi sarei aspettata più decisa ma anche più aggressiva nei sapori e invece risultava delicata ed equilibrata (anche se un po’ di spinta in più ci sarebbe stata a mio parere). Al tavolo sono arrivate anche una Margherita, una Marinara Nobile (pomodoro San Marzano, capperi, acciughe del Cantabrico, olive taggiasche, mousse di bufala, polvere di olive) e una Pesto & Datterino (salsa datterino giallo, fior di latte, datterini in forno, pesto di rughetta selvatica, crumble di Parmigiano).
Pur con dei margini di miglioramento nell’impasto (in particolare quello classico, che può trovare ancor più leggerezza) e nei topping, molto interessanti nelle idee ma in alcuni casi da calibrare meglio per ottenere risultati ancora più soddisfacenti, Abate è senz’altro un indirizzo da provare, molto piacevole per una serata di pausa da arrosticini e scamorza alla brace e in cui tornare anche per assaggiare le focacce farcite.