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La pizza a Tokyo: Da Isa

Qual è lo stato dell’arte della pizza a Tokyo? Sono tornata in Giappone e ne ho approfittato per visitare qualche altra pizzeria della città. Da Isa, a Meguro, e Pizza Studio Tamaki a Roppongi (di cui parleremo prossimamente) rappresentano i due opposti – entrambi molto validi – dell’attuale panorama nipponico pizzesco.

La pizza a Tokyo: Da Isa

A due passi dagli argini del fiume Meguro – che nel periodo della fioritura dei ciliegi è una delle zone più amate per scattare foto e assistere allo spettacolo dell’hanami – la pizzeria Da ISA è un’istituzione a Tokyo, un po’ quello che a Napoli rappresentano Da Michele e altre pizzerie storiche. Tant’è che, appesa a una parete insieme a tanti altri riconoscimenti, c’è anche la targa #1 dell’Associazione Le Centenarie all’estero: un gesto con cui i pizzaioli napoletani hanno voluto riconoscere la dedizione e la fedeltà alla “scuola napoletana” del pizzaiolo, che se ne dichiara profondamente onorato.

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Hisanori Yamamoto – questo il nome, da lui trasformato nel più pratico “Isa” – fa pizza da vent’anni e nel suo locale (aperto 10 anni fa, dopo altre esperienze) tutto sembra essere fermo agli anni ’90… e al centro storico di Napoli! Dalle mattonelle colorate che ravvivano l’ambiente ai tavoli in finto marmo con “apparecchiatura” super spartana, dal forno napoletano in mattoncini al servizio gentile ma sbrigativo con le maglie “alla marinara”, sembra improvvisamente di essere sbucati ai Quartieri Spagnoli.

Impressione confermata anche dalle pizze, precedute da una buona focaccia con prosciutto crudo e rucola: decisamente “a ruota di carro”, molto larghe e sottili, dalla forma irregolare e il condimento messo sull’impasto senza troppa cura ai dettagli, all’assaggio si rivelano piacevolmente retrò, con un impasto ben fatto e sapori veraci e ben equilibrati. Siamo in cinque – una magnifica tavolata di nuovi amici italiani e giapponesi, anzi come uno di loro si è battezzato, “giappo-napoletani” – e ordiniamo altrettante pizze provando più cose. Marinara e Margherita Doc (con la bufala) non possono mancare, qualcuno opta per proposte più “sostanziose” come la Bismark (con pomodoro, mozzarella fiordilatte, wurstel, funghi e olive) e la 4 Formaggi (mozzarella, gorgonzola, taleggio e parmigiano). A me incuriosisce e piace molto la Coya-Bu – gioco di parole tra qualche parola giapponese che non ricordo e la Bu…fala – con pomodoro, mozzarella di bufala, basilico, acciughe e capperi. I prezzi delle pizze vanno dai 1500 ai 2400 yen (12-19 euro), tra le più economiche della città.

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Alla fine, Isa ci manda a tavola anche una Capricciosa versione gigante da dividere: erano secoli che non mangiavo questo tipo di pizza, perlomeno nella sua versione standard, e devo dire che è stato un piacevole “throwback”.

Dopo aver mangiato, con una fila che non accennava a diminuire e Isa che continuava a stendere, condire e infornare senza sosta – arriva anche a 800 pizze a sera, esattamente come a Napoli! – abbiamo fatto una breve chiacchierata con lui, in italiano. Ci ha raccontato che rimase anche lui incuriosito dalla pizza che è arrivata da Napoli in Giappone alla metà degli anni ’90; 23 anni fa andò a Napoli per mangiarla “in loco”, restandone stregato. L’epifania avvenne da Di Matteo, ma quando chiese di poter lavorare da loro per imparare gli fu detto di no perché era giapponese. Dopo essere tornato in Giappone a studiare la cultura napoletana, ha ritentato e ha avutto maggiore fortuna con Ernesto Cacialli, che lui considera suo maestro e mentore: ha lavorato con lui per due anni, stendendo migliaia di pizze non prima di essere diventato un fornaio provetto come vuole la vera gavetta, prima di tornare a Tokyo a lavorare prima per altri e poi in proprio.

Pizzeria e Trattoria Da ISA
1 Chome-28-9 Aobadai, Meguro City, Tokyo 153-0042, 




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