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La Pizzacoteca a Milano: la pizza e’ un’opera d’arte?

Spesso, parlando di una pizza che ci e’ piaciuta veramente tantissimo o anche di un piatto, viene spontaneo dire che sia davvero un capolavoro, un’opera d’arte. Per quanto chef e pizzaioli – per lo meno quelli con i piedi per terra – ci tengano a dire che loro non sono artisti ma artigiani, e che l’arte e’ un’altra cosa, per definzione non riproducibile e frutto di un’ispirazione in qualche modo effimera, non di ricerca e lavoro mirati soprattutto a rendere la qualita’ quanto piu’ costante possibile. A Milano, invece, un po’ per provocazione e un po’ per marketing immagino (personalmente apprezzo la prima ma mi lascia un po’ perplessa la riuscita del secondo) hanno voluto puntare proprio sull’accostamento tra pizze e grandi artisti. E’ nata cosi’ la Pizzacoteca aperta dal 6 Dicembre scorso in zona Brera, una delle piu’ belle della citta’, che rimanda nel nome alla famosa pinacoteca a poca distanza dal locale.

Il locale e’ poco piu’ di un corner, un negozietto con il forno e il laboratorio sul retro e un piccolo banco in cui sono esposte le pizze tipo pala, vendute a tranci gia’ tagliati  e con un prezzo fisso che varia in base alla tipologia. Accanto pero’ c’e’ il Beverin – storico locale milanese nel cuore di Brera che da oltre 50 anni è luogo di incontro di artisti e letterati meneghini, di proprieta’ dei due giovani imprenditori sardi Giorgio Frau e Roberto Flore che hanno lanciato anche la Pizzacoteca – e volendo ci si puo’ appoggiare ai tavolini esterni.

L’idea, appunto, e’ quella di un punto di ristoro che vuole proporre – con un pizzico di dichiarata ironia – un connubio tra due elementi fondamentali della cultura e dell’identita’ stessa dell’Italia: la cucina e l’arte.

Gli “ingredienti” sono stati scelti bene, a cominciare da quelli delle pizze. Impasto a base di farine macinate a pietra e lievito madre, lunga maturazione e buona lievitazione, prodotti italiani selezionati e spesso scelti tra Dop, Igp e Presidi Slowfood contraddistinguono gli 8 tipi di pizza dedicati appunto (in maniera casuale, o almeno io non sono riuscita a cogliere nessun riferimento che in effetti sarebbe difficile trovare) a grandi nomi dell’arte italiana: Tintoretto, Mantegna, Piero della Francesca, Bramante, Tiziano, Caravaggio, Modigliani e De Chirico. A queste, leggiamo dal comunicato, seguiranno ogni mese nuovi artisti e nuove combinazioni di ingredienti.
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Noi abbiamo assaggiato la De Chirico, la piu’ appetitosa – e anche la piu’ costosa, se non sbaglio 4,5 euro al trancio mentre le altre costano tra i 3,5 e i 4 euro – con mozzarella di bufala Dop, salsiccia fresca mantovana, friarielli, olio extravergiane di oliva umbro Dop (che mi sembra di capire sia quello, eccellente, dell’azienda Decimi: chapeau). Decisamente gustosa, con l’impasto leggero e un po’ croccante, non sottilissimo, a reggere gli ingredienti saporiti anche se non abbondantissimi. Unica pecca, il liquido della mozzarella sciolta con cui e’ praticamente impossibile non sporcarsi soprattutto mangiando all’impiedi nel piccolo spazio del locale.

Tra le altre pizze ci sono la Caravaggio (pomodoro San Marzano Dop, fiordilatte di Agerola, prosciutto crudo San Daniele, rucola selvatica, olio extravergine d’oliva), la Modigliani (mozzarella di bufala Dop, cipolle di Tropea, filetti di tonno, olio extravergine d’oliva), la Tiziano (pomodoro San Marzano Dop, fiordilatte di Agerola, melanzane, zucchine, pomodorini di Pachino, olio extravergine di oliva), la Piero della Francesca (pomodoro san Marzano Dop, fiordilatte di Agerola , basilico, olio extravergine di oliva, praticamente una Margherita), la Bramante (fiordilatte di Agerola, prosciutto cotto di alta qualità (?), stracchino, pomodori di Pachino, olio extravergine) e la Tintoretto, una marinara con pomodoro, olio e origano che aveva l’aspetto piu’ invitante e avrei assaggiato volentieri se il primo trancio non mi avesse saziata.

Non metto in dubbio la qualita’ degli ingredienti e anche le bonta’ delle pizze ma considerando anche che si tratta di pizze a rotazione e non fisse, perche’ oltre alla provenienza dei prodotti e ai vari marchi non prestare attenzione anche alla loro stagionalita’, cercando ad esempio di evitare ingredienti come zucchine, melanzane e pomodorini a Dicembre? Inoltre a mio parere l’accostamento con i nomi dei maggiori artisti italiani poteva essere “giocato” in maniera diversa, dandogli piu’ senso o quanto meno associando alle pizze qualche iniziativa “didattica” – niente di noioso ma semplicemente esporre delle stampe che mettessero un po’ di curiosita’ al pubblico? Un accordo con il Museo per una pizza scontata a chi va a vistarlo? Qualche nota biografica, magari curiosa, stampata sul menu? – altrimenti finisce per diventare pretestuoso e anche un po’ pretenzioso.

Detto questo, la pizza che ho assaggiato era buona e se vi trovate in zona e affamati vale l’assaggio.

Pizzacoteca di Brera
via Brera, 29
Milano
tel. 02 7200 0563
www.pizzacoteca.it

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