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Le 7 voglie del Moera

aleNatale è alle porte e con esso i piatti della tradizione e, si sa, ogni paese ha le sue usanze, ad esempio a San Marco Evangelista il piatto tipico delle feste è ‘o ‘Mbastuocchio, un piatto povero a base di fagioli e cime di rapa servito con crostini di pane al rosmarino realizzato per l’occasione dal resident chef Pietro Coscia.

La giornalista Laura Gambacorta mette insieme per una serata invernale Antonio Ferraiuolo, pizzaiolo e patron de Le 7 Voglie e Francesco Fusco titolare insieme alla moglie Diana Fierro del ristorante-orto Il Moera di Avella.

aleContinuiamo la tradizione natalizia con le pizze ideate dalle due menti Ferraiuolo e Fusco che presentano la Pizza “Terra mia” con fior di latte, cicoria, bietola e baccalà marinato.

aleLa Pizza Moera è realizzata con un pesto di sole foglie di Aglio orsino del Partenio, tanto caro a Francesco Fusco che appena può lo utilizza nelle sue preparazioni poichè più digeribile del solito aglio e a cui aggiunge provola, crema di cavolfiore, guanciale e buccia di limone.

alePer finire la rinomata minestra maritata firmata Il Moera. Accompagnano la serata i vini vesuviani dell’azienda Fuocomuorto di Ercolano.

aleE come si chiude una cena natalizia? Con gli struffoli con bucce d’arancia e cioccolato fondente e AmaRè, il “liquore della Reggia” dell’Antica Distilleria Petrone.

Un’ultima curiosità ci spinge a chiedere “ma il nome le 7 voglie, da dove proviene? “Dai peccati capitali, no?” Risponde il dissacrante quanto ironico Antonio, che realizza questo ristorante pizzeria dall’ambiguo nome in quella che una volta era chiamata “la cappelluccia della sapienza”, dove i monaci insegnavano il loro sapere.

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