Le migliori pizze del 2020
Finalmente quest’anno difficile volge al termine e tutti speriamo che con esso molte cose andranno via lasciando di nuovo spazio alla convivialità e leggerezza di cui noi italiani siamo maestri.
Ci sono però cose da salvare sempre, anche in un anno come quello appena trascorso, come le pizze che troverete di seguito. Le migliori del 2020 per la redazione di PizzaOnTheRoad, una per autore, in una sorta di giro d’Italia da sud a nord.
La carrettiera
Sa Scolla, Cagliari
Sfogliando la gallery di foto del mio cellulare – che supplisce alla mia memoria sempre più scarsa e sovraffollata – mi sono resa conto di aver mangiato davvero un bel numero di pizze memorabili quest’anno. Faccio solo qualche nome e si capisce che mi piace vincere facile: Seu, Morello, Bosco (Massimo), Vatti… Ma il cuore mi porta a Cagliari, la voglia di semplicità e sapore in questo momento è tanta e allora dico la Carrettiera di Sa Scolla: essenziale ma perfetta, condita con fior di latte, pomodoro verde, cipolla, basilico e cacioricotta del Cilento – perchè se ne val la pena si può anche sconfinare – , affonda nelle memorie d’infanzia dei cagliaritani ma colpisce al cuore (e al palato) chiunque.
Luciana Squadrilli
Extra Regina Doc
400 Gradi, Lecce
La Extra Regina DOC con pomodoro, mozzarella di bufala, pomodorino datterino, basilico fresco, olio evo è – con la sua freschezza estiva, i sapori netti eppure la semplicità disarmante – la vera regina della sezione dedicata nel menù alle Margherite e uno dei motivi per cui tornare a 400 Gradi, Lecce. Andrea Godi, classe 1990, promettente pizzaiolo, ha le idee ben chiare sui lievitati e sul futuro della sua azienda, fra laboratori di panificazione e nuovi progetti da inaugurare in Italia e all’estero.
Amelia De Francesco
Imbottitura caggianese
Le Grotticelle, Caggiano (SA)
Tra le sorprese di quest’anno spiccano sicuramente le “pizze contadine” di Angelo Rumolo a Le Grotticelle di Caggiano. Difficile sceglierne una tra le diverse rivisitazioni di ricette del territorio. Ma una mi ha colpito particolarmente, anche perché già dal nome si sente tutto il legame con la terra d’origine: l’imbottitura caggianese. Una tasca di vitello farcita con uova e formaggi, condita con una salsa piccante di peperoni e acciughe, e decorata con valerianella. Sorprende per la sua leggerezza bilanciata a dispetto della descrizione. Ogni ingrediente gioca la sua parte senza prevaricazione, e la menzione speciale va proprio alle acciughe che si inseriscono portando un tocco di freschezza di mare senza eccessi salati. Un armonico viaggio tra mari e monti da vivere sulle colline degli Alburni.
Giuseppe D’Angelo
Potentina
Fandango, Potenza
Pur partendo da una piccola frazione di campagna nel cuore della Basilicata, Salvatore Gatta è riuscito a conquistare la meritata attenzione mediatica e a scalare le classifiche di settore. Da poco più di un anno, ha aperto una seconda pizzeria a Potenza dove, oltre alla “verace napoletana”, propone altri tipi di impasto. E proprio al capoluogo lucano ha dedicato una delle sue creazioni più entusiasmanti. La Potentina è una “pizza a otto” (ovvero da degustazione, servita già tagliata in spicchi), con base farro 100% lucano, pomodoro, genovese di salsiccia pezzente e stracciatella di bufala.
Salvatore Cosenza
Omaggio a Bonci
I Vesuviani, Cancello di Cisterna (NA)
Pizza in teglia Bonci style. All’aspetto ben alveolata, in mano leggerissima, al morso un ottimo crunch. L’abbinamento di burrata di Andria con gamberi di Mazara del Vallo impreziosisce e valorizza senza mezzi termini una base che potrebbe già vivere da sola. Alla pizzeria I Vesuviani è inoltre possibile fare un viaggio completo nel mondo della pizza: dalla classica napoletana alla pizza a degustazione, passando per la pizza in pala e infine la suddetta pizza in teglia che vale il viaggio.
Alessandra Farinelli
(XXX) Superindiavolata
Seu Pizza Illuminati, Roma
“In pizza we trust”: il credo gastronomico in bella mostra nella frequentatissima pizzeria Seu Pizza Illuminati di Pier Daniele Seu riassume lo stile e l’anima dell’insegna di Porta Portese. L’impasto leggero, il cornicione importante ma non pesante e un continuo lavoro di ricerca su farine e idratazioni hanno dato vita ad un ricco menu che comprende pizze classiche, alcune proposte oramai iconiche del pizzaiolo di Ostia e le varianti stagionali, una riuscita alternanza di topping golosi su dischi di pasta cotti alla perfezione. Tra tutte ho amato la (XXX) Superindiavolata, una vera manna per ogni appassionato del piccante: pomodoro San Marzano alla ‘nduja, spianata piccante, stracciatella di bufala, marmellata di peperoni, habanero e menta. Piccante ma al tempo stesso fresca, saporita e sorprendente grazie alla nota dolciastra della marmellata.
Luca Sessa
Green Butchery
RetroPizza, Roma
Non è stata solo la pizza ma anche la sorpresa dell’anno. Retrobottega dopo il lockdown si è re inventata proponendo la pizza, una grande pizza, ai suoi clienti: le grandi materie prime usate sono alla base di una cucina conviviale e immediata che si rivela, con successo, sul disco bianco. Un menu creato ad hoc dove emerge, a mio parere, la Pizza Green Butchery, che cambia a seconda della stagione. In questo caso abbiamo una base di purea di fave cotte nel forno e affumicata con aghi di abete bianco a cui vengono aggiunti piselli del Vesuvio spellati crudi, ricotta di pecora, speck di vacca vecchia (auto prodotto), finocchietto in conserva acetica, polline di abete e misticanza. Un inno alla natura e alla primavera. Purtroppo questo temporary è attualmente in stand by ma speriamo di tornare presto a mangiare una pizza che ha conquistato, inaspettatamente, molti palati.
Tania Mauri
Marta
081, Melegnano (MI)
Poco prima che chiudessero nuovamente tutti i ristoranti, ho trovato la mia Pizza dell’Anno, quasi al fotofinish. Il suo nome è Marta, come la moglie del giovane proprietario di 081 a Melegnano, uno spicchio di Napoli nell’Hinterland milanese. Vincitrice di un contest personale dello staff per inventare una nuova pizza da mettere in menu, la Marta è dolce di porri stufati, ricotta di Bufala ma sapida di tarallo sbriciolato e fior di latte di Agerola.
Chiara De Francisci