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pizza vegana

Londra: pizza goes vegan!

Giuseppe A. D’Angelo, aka Pizza Dixit, ci racconta una nuova tendenza che si sta affermando a Londra: quella delle pizzerie interamente vegane. Con due nomi affermati e una nuovissima apertura!

“Vegano stammi lontano”? Direi proprio di no, visto che i dettami della cultura vegana si stanno imponendo sempre di più sulla ristorazione.
Ecco, precisiamolo subito: si tratta di una cultura, non di una dieta. Per lo meno, idealmente. Chi abbraccia il veganesimo non lo fa solo per non far soffrire “i nostri amici animali” (per quello basterebbe essere vegetariani) ma mette al centro della sua vita tutta una serie di problematiche etiche e morali che sarebbe troppo lungo da dettagliare qui.

Quello che invece ci interessa è che, se fino a pochi anni fa chi abbracciava questa cultura veniva regolarmente deriso o bistrattato, oggi c’è stata una decisiva inversione di tendenza. I vegani crescono in numero e l’industria della ristorazione non si può più permettere di ignorarli, pena una notevole perdita di fatturato.

Ammettiamo comunque che in Italia abbiamo ancora molto da fare per fornire delle alternative valide nei ristoranti. Il che, se ci si pensa, è un paradosso considerato che soprattutto la cucina del sud fa un ampio uso di ortaggi.

Per “alternativa valida” si intende che il piatto non debba semplicemente non contenere prodotti di natura animale. Ma anche avere lo stesso appeal visivo e gustativo delle altre portate. Insomma, se parliamo di pizza, difficilmente riusciamo ad andare oltre una marinara o un’ortolana.

Ci sono naturalmente le dovute eccezioni e anche da noi cominciano a spuntare pizzerie che offrono una scelta esclusivamente veg. Ma se guardiamo al panorama generale italiano sono davvero delle gocce nell’oceano. Onestamente, all’estero i nostri compaesani si sono impegnati molto di più.

Londra è una città dove questo impegno si è manifestato maggiormente. Ed è proprio nella città che soddisfa qualsiasi tipo di voglia di pietanze gastronomiche internazionali che si è visto sviluppare un concetto innovativo: brand di pizza interamente vegani. E, visto che di pizza si parla, non potevano che essere degli italiani a imporsi.

vegan pizza
spoiler: foto IG @verginemariaveganpizza

Se infatti anche a Londra l’industria della pizza forniva già alternative vegane (ma anche lì, non proprio entusiasmanti), due brand si sono distinti per aver unito il piatto italiano per eccellenza con una filosofia tutta dedicata alla ricerca del gusto vegetale.

Picky Wops è nato dalla passione di due amici, Andrea Moro e Cristiano Vitelli. I due si sono fatti conoscere prima con un piccolo locale in zona Peckham e con una presenza costante nei mercati alimentari del sud di Londra, in zone cosiddette “alternative” (come Brixton). E, sempre in linea con il loro stile fuori dai generi, sono approdati infine a Brick Lane, con un locale di pizza e cucina italiana che riscuote un enorme successo nella comunità vegana londinese.

vegan pizza

Oltre a una selezione di impasti e ingredienti alternativi decisamente interessanti e ricercati, i ragazzi si sono distinti principalmente per una cosa: una comunicazione massiccia tramite i social. Perennemente su Instagram per raccontare la loro quotidianità e il loro lavoro tramite live e storie video, Cristiano e Andrea si sono piano piano conquistati una fetta sempre più ampia di pubblico che è stata principalmente attirata dalla voglia di condividere la loro passione, prima ancora di poterne apprezzare la qualità del prodotto. E che tutt’ora si reca da loro oltre che per mangiare bene e sano, anche per poter sentirsi un po’ come tra amici.

Un altro brand tutto italiano che si è imposto sul mercato londinese è quello di Purezza. Ma c’è da specificare che in realtà quella di Londra è la seconda sede, nata dopo il successo del locale originale nella vicina Brighton. E, per essere ancora più corretti, il brand non è totalmente italiano: è infatti il frutto della mente congiunta della coppia Stefania Evangelisti e Tim Barclay, che ha voluto creare una pizzeria tutta plant-based.

pizza vegana

Ma a dare l’impronta definitiva alla loro pizza è stato Filippo Rosato, il pizzaiolo di Sessa Aurunca che ha imposto uno stile decisamente riconoscibile: pizze gonfie ma dall’impasto estremamente leggero, sormontate da condimenti realizzati interamente in casa, e una buona dose di creatività. E mentre Filippo vinceva in UK il premio come Pizza Nazionale dell’Anno con la sua Parmigiana Party, il brand Purezza riceveva riconoscimenti a destra e a manca come migliore ristorante vegano della nazione, aprendo altre sedi e nel frattempo pubblicando anche un libro di ricette tutte a base di vegetali.

E così, con la popolarità acquisita da questi due brand, alcuni esercenti locali si sono accodati aprendo altre pizzerie vegane, rispondendo sicuramente a una domanda di mercato sempre più ampia ma certamente non eguagliandone il successo.

Ma la carica degli italiani non si ferma qui. Perché prossimamente ci sarà l’arrivo di un terzo big player nel settore pizza a Londra.

È infatti notizia di inizio anno che Santa Maria aprirà un nuovo locale tutto dedicato alla pizza vegana. Per chi non lo sapesse, parliamo di uno dei brand più storici e popolari di pizza napoletana a Londra, con quattro ristoranti all’attivo aperti in dieci anni. E come potevano non far sentire la propria voce sull’argomento?

Pasquale Chionchio e Angelo Ambrosio sono infatti assidui sostenitori del veganesimo da anni, e nel loro gruppo di ristoranti hanno introdotto piano piano alternative animal-free nel corso del tempo. Ora hanno deciso di puntare tutto su questa nuova scommessa trasformando la loro prima, originale sede di Ealing in un locale tutto dedicato alla pizza vegana.

vegan pizza
foto IG @verginemariaveganpizza

Vergine Maria aprirà se tutto va bene verso la fine di febbraio, e i due soci, sempre pronti a sperimentare, promettono anche di andare oltre la pizza, con un menù che vedrà diverse collaborazioni con importanti nomi del settore vegano.

Ebbene, se gli Italiani a Londra stanno dimostrando tanta sensibilità e creatività in una branca della ristorazione che ha molto da dire, cosa aspettano tanti altri italiani in Italia ad adeguarsi? Dai ragazzi, che io personalmente mi sono stancato della marinara!

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