- Autore: luciana squadrilli
- Data: 20 Febbraio 2020
- Categoria: Pizzerie, Recensioni
nNea scommette su pizza e vino ad Amsterdam
Ospitiamo con piacere un guest post da oltre confine: Alessia Gallian, da qualche anno in Olanda, ci racconta le pizze “New Neapolitan” e la proposta a 360 gradi di nNea, il locale aperto da un anno da tre giovani soci che registra il sold out tutte le sere.
Vincenzo Onnembo, Limau Chen e Salvatore Lioniello hanno aperto nNea Pizza ad Amsterdam a febbraio 2019 e da allora non si sono mai fermati: non solo perché il locale registra sold-out in continuazione come neanche i concerti rock, ma anche perché il menu ha continuato a cambiare, affiancando ad alcuni classici anche altre proposte che seguono la stagionalità degli ingredienti.
La loro idea è di portare la pizza napoletana moderna ad Amsterdam, dove una proposta simile in effetti mancava. nNea, il nome del locale, sta infatti per New Neapolis, ovvero nuova Napoli. L’impasto è a lunga lievitazione, la pizza è servita con il cornicione alto e ben alveolato, ogni singola proposta denota poi non solo scelta accurata degli ingredienti ma anche ricerca di equilibrio nel dettaglio. Detto altrimenti: sono anche belle da vedere oltre che buone da mangiare perché ben dosate nel gioco di sapori e consistenze.
Se la parte attiva della preparazione delle pizze spetta a Vincenzo Onnembo, curriculum da graphic designer e video maker ma folgorato sulla via di Rotterdam dalla lievitazione (ha iniziato con il pane ed è passato poi alla pizza), la controparte enologica è nelle mani di Gianluca Pio, sommelier con esperienza nella ristorazione oltremanica. Gianluca è stato scelto da Salvatore Lionello, che del gruppo è il mixologist, per completare il team di nNea.
Grazie al contributo di Gianluca, nNea offre una carta dei vini con una bella panoramica sulla produzione campana: dal Greco di Tufo al Fiano di Avellino, dal Taurasi dell’Irpinia al Falanghina del Sannio fino al Falerno del Massico. Così trovano spazio anche varietà ampelografiche meno note fuori dai confini italiani, quali Caprettone, Piedirosso o Biancolella d’Ischia. La carta dei vini è infatti dedicata al 41esimo parallelo, quello di Napoli -ça va sans dire- e oltre la distinzione di bianco, rosso o spumante, suddivide i vini per provincia di produzione.
L’idea di Gianluca è di contribuire attivamente per contestualizzare la pizza napoletana, accompagnandola da vini regionali, come si faceva in passato quando pizza e birra era un binomio ancora tutto di là da venire.
Un obiettivo che può forse suonare ambizioso ma, vista la realtà dei fatti, sembra dare buoni frutti: uscire dalla standardizzazione di carte dei vini che nelle pizzerie (specie all’estero) propongono per lo più una manciata piuttosto stereotipata di etichette.
Mi incuriosisce sapere che tipo di accoglienza abbia avuto questa proposta e rimango piacevolmente stupita della risposta: sono per lo più i non italiani che si fanno consigliare, si lasciano guidare e sperimentano più facilmente ciò che non conoscono, anche scegliendo una proposta più light. C’è chi, ad esempio, arriva da nNea in coppia o in un piccolo gruppo con l’obiettivo di assaggiare un’etichetta nuova e, per accompagnarla, ci abbina una pizza da condividere. Quasi fosse più un’enoteca in cui stuzzicare qualcosa che una pizzeria vera e propria.
A Gianluca chiedo quindi se da nNea alla fine “comandi” la pizza o il vino. Mi risponde che non c’è un vero vincitore: il suo lavoro è quello di accompagnare ed esaltare le ricette che Vincenzo via via elabora, perché vino e pizza possano valorizzarsi a vicenda. Qualche esempio? Per la Margherita classica Gianluca mi suggerisce un Falanghina Sinuessa Villa Matilde. L’abbinamento non è uno dei più facili ma la freschezza del vino, gli aromi di fiori e pesca bianca e la chiusura leggermente sapida ben si abbinano alla pizza, senza prevalere sul sapore del pomodoro o sulla delicatezza del fiordilatte.
Assaggio la Orange ‘n Blue, pizza con zucca in crema, blu di bufala, fiordilatte, parmigiano e finitura di paprika affumicata e nocciole tostate. Consistenze e sapori si sposano alla perfezione in un boccone molto ricco ma di grande soddisfazione. In questo caso l’accompagnamento è un calice di Tramonti Bianco di Tenuta san Francesco: i sentori di salvia e timo del vino sono un abbinamento ideale, un vero e proprio completamento del cibo. La leggera nota minerale assicura poi un’ottima pulizia e invita ad assaggiare il boccone seguente.
La Costiera è una vera e propria sintesi di sapori e profumi mediterranei: pomodori San Marzano, cipolle rosse, provola di Agerola, pomodori del Piennolo, olive taggiasche, pinoli e capperi fritti. Questa pizza è accompagnata da un Forastera di Casa d’Ambra, vino ischitano, corposo e secco con sentori di frutti gialli. Per un attimo mi scordo di essere ad Amsterdam: vengo catapultata direttamente sulla costa mediterranea e par quasi di sentire il mare in lontananza.
L’esperienza parla chiaro. A meno che non sappiate già di volere una specifica tra le circa 40 bottiglie in carta, lasciatevi consigliare: potreste rimanere piacevolmente stupiti, come è successo a me. Se avete in programma un viaggio ad Amsterdam e senza pizza non sapete stare, segnatevi l’indirizzo e ricordatevi di prenotare per tempo. Per avere qualche chance in più, dal 14 febbraio 2020 nNea è aperta anche a pranzo il venerdì, il sabato e la domenica.
foto: nNea, Daphne van Drenth