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Orgoglio lucano: La Buona Pizza in Basilicata

Per la seconda volta, abbiamo avuto l’occasione di presentare il nostro libro La Buona Pizza in una sede istituzionale: dopo la Biblioteca di Faenza, infatti, giovedi’ scorso abbiamo portato il libro nella sala del Palazzo del Consiglio Regionale della Basilicata a Potenza. E per la seconda volta – con nostro grande e piacevole stupore, lo confessiamo – abbiamo trovato un uomo di politica giovane, colto ed entusiasta che ha saputo cogliere tutti i significati del nostro lavoro: non solo quelli legati alla bonta’ delle pizze raccontate e alla bellezza delle immagini ma anche al territorio da un punto di vista culturale, economico e imprenditoriale sottolineando l’orgoglio che un artigiano puo’ portare alla sua terra anche attraverso le pagine di un libro: in questo caso parliamo naturalmente di Salvatore Gatta, pizzaiolo e patron di Fandango a Scalera, protagonista lucano di uno dei capitoli. Per questo ringraziamo di cuore l’avvocato Aurelio Pace, Consigliere Regionale della Basilicata, e tutto il suo staff che ci hanno accolto a Potenza. Insieme a noi c’era anche Salvatore Cosenza, potentino doc trasferitosi a Roma, food writer ed esperto di birra, che condivide l’orgoglio per la sua terra e i suoi sapori. E’ stato anche grazie a lui che abbiamo conosciuto le pizze di Salvatore Gatta.

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le pagine del libro con gli appunti di Aurelio Pace

La presentazione e’ stata molto molto lontana dai toni autocelebrativi e istituzionali che di solito contraddistinguono gli appuntamenti nei luoghi della politica. E’ stata invece una pacevole chiacchierata sui temi della pizza e del territorio con interessanti spunti forniti da tutti i partecipanti, incluso un pubblico attento e curioso. Tutti concordi -a partire da noi naturalmente! – nel definire le pizze di Salvatore uno dei migliori modi per rappresentare questo territorio ricco di storia, bellezza e ottimi prodotti.

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La Margherita di Salvatore Gatta

E dunque non potevamo chiudere la serata se non con l’assaggio, appunto, delle sue pizze trasferendoci al Fandango. Il menu proposto per l’occasione e’ partito dall’antipasto a base di prodotti tipici del territorio e dei buonissimi suppli’ con il farro locale.
Poi siamo passati alle pizze. Salvatore ha proposto per iniziare un grande classico, la Margherita, realizzata con la mozzarella di bufala lucana del vicino caseificio Mazzarelli.

img_20170223_222947-01Non poteva mancare la protagonista del capitolo a lui dedicato: la Lucana, buonissimo racconto dell’intera regione con caciocavallo podolico, mozzarella di bufala lucana, pomodorini del piennolo, olive infornate di Ferrandina, zafrano e pesto di basilico e noci.

 

Infine, una sua interpretazione dell’antica Mastunicola, pizza pre-colombiana solitamente condita con strutto, pecorino, basilico e pepe. Salvatore invece sostituisce lo strutto con l’olio extravergine ma aggiunge pancetta di maiale nero lucano e Pecorino di Filiano Dop. Squisita, non per nulla ha vinto le Olimpiadi della Pizza Napoletana nel 2012.
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Per finire, un dolce omaggio al territorio: la crema scalerese, dolce al cucchiaio servito nel barattolo con taralli aviglianesi sbriciolati, semifreddo alla vaniglia con perle di ciliegie duroni di Vignola e zucchero caramellato flambe’.

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da Vincenzo Tiri

Ne abbiamo approfittato per andare anche ad assaggiare qualcosa da Vincenzo Tiri ad Acerenza, giovane e bravissimo pasticciere che opera nel forno di famiglia.
Lasciamo la Basilicata con la promessa di tornare presto, non solo per mangiare nuovamente le pizze di Salvatore ma anche per conoscere tutte le bellezze di cui ci hanno raccontato in questa breve ma intensa sosta.

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