- Autore: luciana squadrilli
- Data: 30 Settembre 2019
- Categoria: Abbinamenti, Eventi
Pizza&Falanghina Tour dai Fratelli Salvo
Pizza&Falanghina Tour. L’evento itinerante organizzato dal Gambero Rosso e dal Consorzio Tutela Vini del Sannio ha fatto tappa a Napoli, alla pizzeria di Francesco e Salvatore Salvo. Con abbinamenti classici e nuovi.
Che quello tra vino (fermo o mosso) e pizza sia un abbinamento vincente e un’ottima alternativa alla birra – che comunque per noi resta sempre piacevole – è ormai assodato. Se però il famoso vino bianco campano – ottenuto da un vitigno antico, presente nel Sannio da secoli ma riscoperto relativamente di recente – non è la prima scelta che vi viene in mente, forse è arrivato il momento di ricredervi.
A questo ci pensa il Pizza&Falanghina Tour, evento in 6 tappe organizzato dal Gambero Rosso e dal Consorzio Tutela Vini del Sannio per proporre abbinamenti collaudati o azzardati tra le diverse interpretazioni possibili di Falanghina e le pizze di grandi pizzaioli di tutta Italia.
Il Tour, il vino
Vino fresco e profumato, con le sue note agrumate e una spiccata acidità, solitamente la Falanghina viene abbinata alla cucina di pesce; ma con la sua versatilità – tanto che, oltre alle specificità di ogni cantina, se ne fanno versioni ferme, spumantizzate e dolci – si presta invece ad accompagnare bene anche le pizze. Da quelle più classiche a quelle più estrose e complesse.
Perciò, il Gambero Rosso ha coinvolto 6 pizzerie d’Italia per altrettante tappe. Iniziato a Roma, da Seu Pizza Illuminati, il 4 luglio scorso, il tour ha già toccato la Puglia – da 400 Gradi a Lecce – e ora la Campania. Le prossime serate saranno a Milano – da Lievito Madre al Duomo – il 10 ottobre, da Renato Bosco a San Martino Buon Albergo il 29 ottobre. Poi di nuovo a Milano, al Dry Milano, il 14 novembre.
Pizza&Falanghina Tour dai Fratelli Salvo
Il 26 settembre, dunque, sono tornata a Napoli dopo la serata al Pizza Village per sperimentare di persona gli abbinamenti. E per assaggiare di nuovo le pizze di Francesco e Salvatore Salvo (che proprio negli stessi giorni hanno riaperto il locale originario a San Giorgio a Cremano dopo una bella e importante ristrutturazione). A presentare i vini, accanto a Francesco Salvo che raccontava le pizze, c’erano Stefania Annese della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso e Paola Mustilli dell’omonima azienda di Sant’Agata dei Goti – tra le prime a puntare sulla Falanghina beneventana – al tavolo con noi insieme alla sorella Anna Chiara e a Filomena Iacobucci dell’azienda Terre Stregate.
Siamo partiti con il classico e sempre ottimo tris di montanarine: pomodoro rosso, pomodoro giallo e genovese, accompagnato da una piacevole versione spumante di Falanghina della Cantina di Solopaca.

A seguire, due must della pizzeria e della tradizione partenopea: Margherita e Cosacca, accomunate dal pomodoro protagonista (strepitoso in entrambi i casi) e dall’origine legata alla visita a Napoli di due sovrani con le loro consorti: Umberto I e – qualche decennio prima – lo Zar di Russia Nicola II. In abbinamento ancora una Falanghina Spumante, il Quid Brut de La Guardiense.
Il terzo assaggio è stato una novità per me, la vera sorpresa della serata: la pizza Salsiccia affumicata e rucola (bianca con mozzarella di bufala campana DOP, salsiccia di maiale nero casertano affumicata al legno di quercia e castagno, rucola, olio extravergine di oliva del frantoio Felsina) è buonissima. Golosa ma elegante, è perfettamente calibrata nelle dosi e nei sapori e perfino la rucola, solitamente invadente, ci sta benissimo. Insomma ne avrei mangiata ancora se non avessi visto il resto del menu. In abbinamento, la Falanghina del Sannio Dop Mustilli.
Ultima proposta salata, la Siciliana: una pizza che non ritroviamo nel menu online, quasi totalmente bianca ma appena “sporcata” da pomodorini e melanzane fritte; buona ma un po’ penalizzata dalla distribuzione non omogenea degli ingredienti. Due le etichette di Falanghina proposte in abbinamento, quella di Castelle e quella di Fontanavecchia.
Chiusura dolce con le famose e squisite zeppole di Giuseppe, da non confondere con il tradizionale dolce della festa del papà. In questo caso si tratta di semplici ma buonissime zeppolette (simili alle paste cresciute) insaporite dalla scorza di limone e spolverizzate di zucchero, servite in tavola nell’apposita busta con il “logo” che riprende il volto di un bimbo: Giuseppe, appunto, uno dei due figli di Francesco Salvo. Il problema è che le mangeresti tutte! Io non ho assaggiato ma pare che la Falanghina Passita servita in abbinamenti ci stesse alla grande.
A fine serata c’è scappato anche un brindisi con l’Aglianico di TerreStregate, condiviso con Francesco e con i ragazzi dello staff di sala, gentilissimi e pronti alla battuta una volta finito il servizio.