- Autore: Tania Mauri
- Data: 3 Ottobre 2018
- Categoria: Eventi, I luoghi della pizza, Le pizze degli altri, Pizzaioli, Pizze, Prodotti
Pizza!FoodFestival: alla scoperta del Pizzolo di Sortino
Il Pizza!Food Festival è stato un evento che ha coinvolto i migliori pizzoli di Sortino e i grandi maestri italiani della pizza che hanno condiviso una giornata in piazza che ha soddisfatto tutti
Una scommessa vinta quella di Daniele Miccione, caporedattore della Gazzetta dello sport e curatore di GazzaGolosa (a cui io e Luciana collaboriamo da anni), un sognatore e un creativo, di origine siciliana che ha scommesso nella sua terra natia prima con la produzione dell’ottimo olio TuttaTonda, poi con il Fuoco!Food Festival e infine con il Pizza!Food Festival che si è svolto il passato week end.
Il suo scopo era valorizzare un territorio poco conosciuto, l’entroterra siracusano dei Monti Iblei, ricco di boschi e prodotti gastronomici molto interessanti, come l’olio o il miele, e parlare del pizzolo. Purtroppo ero molto – troppo – occupata a star dietro all’organizzazione e al coordinamento del convegno – dove si è parlato di farina, lieviti, idratazione e tecnica e dove i pizzaioli hanno detto la loro – e quindi il pizzolo l’ho solo assaggiato, molto buono
e ho chiesto a Sofio Cammarata, noto esponente sortinese che ha richiesto, con l’appoggio del sindaco, il disciplinare De. Co. per cautelarne la produzione, di raccontarmelo: “Non è un invenzione dei pizzaioli sortinesi ma nasce nel neolitico, quando era cotto su pietra arroventata chiamato “pizzolu” ed era tipo un pane. Con il tempo la forma si è evoluta, da piatto di estrazione antica a un modello che veniva usato dalle massaie durante la preparazione del pane fatto in casa, con i rimasugli della pasta che veniva poi schiacciata e a cui veniva data una forma rotonda di circa 20 cm. Dopo veniva condito con formaggio, olio e origano di montagna e consuma così. Poi è diventato farcito con le verdure locali, i peperoni arrostiti, la cipolla, passando da un alimento povero a un piatto ricco.
Negli ultimi decenni hanno avuto l’intuizione di prendere questo piatto e portarlo nelle pizzeria, con un diametro maggiore – 30 cm – e più sottile, mettendo all’interno formaggi e salumi. Vent’anni anni fa ho cominciato a renderlo tipico con le pietanza locali grazie alle ricette tipiche di mamma e nonna, quali bietole e salsiccia, broccoletti e acciughe, ricotta e spinaci, tonno e cipolla. Ma i tempi non erano maturi. L’impasto ha una lievitazione diretta (circa 6/8 ore) ed è fatto con farina di semola di grano duro e 00 (ora stiamo lavorando con grani antichi siciliani integrali, visto che abbiamo la fortuna di avere questi grani) olio, lievito, acqua e sale. Cuoce a 350°C gradi in forno a legna solo dopo che è che stato stirato e condito. Le infornate sono due: dopo una prima cottura viene tirato fuori e “spaccato” per essere mangiato così accompagnato con salumi e formaggi oppure, e va per la maggiore, viene farcito con la gastronomia tipica e poi re infornato per far uscire aromi e sapori dalla farcia. Ed è pronto.”
In prima linea anche il sindaco di Sortino Vincenzo Parlato, che ha fortemente voluto questo evento, commenta: “Festival bellissimo! Siamo riusciti a sdoganare il pizzolo e a fare squadra con i pizzaioli locali, uniformare il prodotto e portalo fuori. Ottimi successo di pubblico: abbiamo messo le basi per un nuovo percorso sul cibo di qualità anche grazie alla vostra preziosa collaborazione”
Una bella giornata ancora estiva ha fatto da sfondo a pizzoli, pizze e gelati, dove tutti si sono divertiti e hanno collaborato insieme, lavorando gomito a gomito e riuscendo a dividersi gli unici due forni Moretti, di cui uno funzionava a metà, le tre celle frigo, i quattro banconi e i prodotti, spesso improvvisati, che Pia, indefessa lavoratrice, ci ha procurato senza batter ciglio (è arrivato in extremis anche il tartufo!).
Un ottima premessa per il prossimo Fuoco dove speriamo anche la pizza, e il pizzolo, saranno tra i protagonisti!