
- Autore: luciana squadrilli
- Data: 5 Marzo 2020
- Categoria: Recensioni
La Tambra, Pizzapan in quota
La Tambra, un rifugio in stile tirolese proprio davanti agli impianti di risalita di Arabba, sulle Dolomiti Bellunesi, ci ha riservato una bella sorpresa: il Pizzapan, pan focaccia a metà tra la pala romana e il “ciccio” pugliese condito con prodotti montani e non solo.
Quattro giorni in Veneto sulla neve, tra funivie, seggiovie, motoslitte e gatti delle nevi per arrampicarci tra malghe e rifugi, godere di panorami pazzeschi e formaggi d’alpeggio, imparare qualcosa sulle pagine più dolorose della Grande Guerra e innamorarsi di questo (ampio) angolo di Dolomiti. Un duro lavoro, vi assicuro! E poi, quando meno me l’aspettavo, è comparsa anche la pizza.
O meglio il Pizzapan, un godibilissimo incrocio tra una pizza alla pala e una focaccia che fa da base a condimenti gustosi con prodotti tipici di questa parte montana del Veneto ma anche di altre zone d’Italia.
L’ho trovato all’Ütia la Tambra, un ampio rifugio al Passo Campolongo – a 1875 metri d’altitudine proprio davanti agli impianti di risalita di Arabba, uno dei principali centri turistici invernali delle Dolomiti parte del comprensorio Dolomiti Superski e crocevia dei circuiti ciclistici ai piedi del Pordoi – realizzato nel 2016 con un bellissimo lavoro di recupero di legni “vissuti” provenienti da malghe e rifugi ladini (la famiglia dei titolari è originaria di Corvara se non ho capito male) per decorare gli accoglienti interni garantendo comfort e fascino.
Il menu prevede soprattutto i classici montanari – crostini con speck contadino, zuppa d’orzo ladina, gulasch di cervo con polenta, spätzle e canederli, costata di manzo dry aged e il mio amato “uova, speck e patate” – e poi appunto il “Pizzapan”: una sorta di pizza alla pala alta e ariosa, che a prima vista potrebbe ricordare la pinsa romana ma si rivela poi altrettanto leggera ma dalla texture un po’ diversa, più simile a quella di una focaccia “moderna”.
“Usiamo farine locali e una lunga maturazione” spiega Davide Dalponte, il giovane titolare a cui chiedo come sia nata l’idea di proporre proprio questo tipo di pizza sulle Dolomiti. “All’inizio lavorava da noi una pizzaiola di Polignano”, mi racconta, “Che ha cominciato a fare il “Ciccio”, la tipica pizza bianca pugliese, riscuotendo successo. Allora ci è venuto in mente di condirlo con prodotti locali, ma non solo, per proporre qualcosa di diverso che fosse buono, veloce, semplice da mangiare anche condividendolo al tavolo tra una sciata e l’altra”.
E’ nato così il menu del Pizzapan, davvero vario, da cui noi abbiamo assaggiato quasi tutto.
A me è piaciuto molto – anche perché era del tutto nuovo – quello con il pastin artigianale tartufato (la “salsiccia aperta” di manzo e maiale mangiata cruda e condita, squisita) ma ho apprezzato particolarmente anche quello con la culatta di Lagrimone e burratina affumicata, un mix semplice ma eccellente.
Buono – anche se l’accostamento non rientra tra i miei preferiti in generale – anche quello con salmone marinato in casa, stracciatella e granella di pistacchio e anche il super classico con pomodoro, mozzarella di bufala D.o.p. e basilico.


Ero scettica, invece, su quello con mozzarella, porchetta di Ariccia, rucola e caciocavallo ma una volta assaggiato mi sono dovuta ricredere: delizioso, con i sapori intensi ma non invadenti.

Mi è rimasta invece la curiosità per quello con pomodoro, ‘nduja calabrese e cipolla rossa che non abbiamo provato, anche perché a furia di assaggi nonostante la leggerezza dell’impasto stavo letteralmente scoppiando.
E infatti ho rinunciato anche allo strudel – in alternativa alla “chiacchiera rosa” con crema pasticciera preparata in occasione di san Valentino – che sembrava davvero interessante. Ottimi motivi per tornare, magari anche d’estate per qualche bella passeggiata sulle Dolomiti.