
- Autore: Tania Mauri
- Data: 17 Febbraio 2017
- Categoria: Pizzaioli, Pizze, Pizzerie
Rock 1978, la pizza dal cuore vibrante
Roc era il soprannome del nonno Giovanni e Rock è il nome che il figlio Giuseppe diede alla locanda che acquistò a Bione nel 1978, poi trasformata in ristorante pizzeria e diventato punto di riferimento della ristorazione locale e non solo.
Oggi Rock 1978 è alla terza generazione ed è guidato dai figli di Giuseppe, Patrick, pizzaiolo, 32 anni e Gianluca, in sala, 28 anni (le figlie Laura e Lilli gestiscono tre gelaterie locali), giovani con molta voglia di fare, passione e modernità!
Il locale è bello e un po’ non te lo aspetti perché Rock 1978 non è dietro l’angolo e devi proprio volerci andare – Bione si trova sulla vecchia strada che porta da Brescia a Cortina – ma la strada tra le colline è piacevole e poi ne vale la pena. Curato e accogliente è caratterizzato da tanti piccoli particolari molto piacevoli: legno e roccia naturale sulle pareti, grandi finestre che danno sulla vallata, un meraviglioso camino e una stufa Thun in ceramica che rendono l’ambiente caldo e gradevole.
Ma parliamo di pizza. Patrick nasce in cucina e ha sempre dato una mano, anche solo durante i week end, nel ristorante di famiglia. Una volta la pizza che facevano qui era diversa, le esigenze del cliente minori, il mondo della gastronomia più “popolare”. Patrick però ha saputo, coadiuvato e supportato dai familiari, capire che qualcosa stava cambiando mettendosi in discussione cominciando a sperimentare.
Oggi lavora su impasti differenti con idratazione e blend di farine diverse che propone nella versione di pizza classica, napoletana e gourmet (quest’ultima è quella con cui più si identifica anche se la più venduta è la napoletana – hanno ben due forni a legna ndr).
Il menù è ricco e vario, le farciture interessanti e qualcuna con i prodotti locali come il formaggio bisso, anche se non è facile far cambiare idea a una clientela fidelizzata e di lunga data abituata a una pizza meno creativa, più banale e talvolta sbagliata dal punto di vista nutrizionale (come la famosa pizza con wurstel e patatine). Ma i due fratelli non demordono e poco per volta stanno portando i loro clienti a capire, degustare e apprezzare nuove tipologie di abbinamenti sul disco bianco, più riusciti e stuzzicanti, ma anche birre artigianali e una cantina in continua crescita.
Per farci un’idea abbiamo assaggiato “qualche” pizza…
Focaccina con salmone Riga, misticanza e crema di carciofi
Gambero rosso, burrata e pistacchi
Burrata, tartare di tonno crudo con battuta di pomodorini confit, olive taggiasche, pesto leggero
Margherita classica e integrale
Pizza alla napoletana Rock Extra con pomodoro San Marzano, fiordilatte asparagi spadellati, formaggio Bagoss, Speck dell’Alto Adige
Pizza degustazione con tagliata di vitello, fiordilatte, spinacino, capperi, nocciole e caffè
Guancialino di vitello brasato, purea di patate e porri fritti a julienne
L’esperienza è stata lodevole e meritava il lungo viaggio fatto per arrivare sino qui! Forse devono ancora lavorare su qualche dettaglio e osare di più, ma la volontà e la determinazione non mancano, così come è forte la voglia di fare qualche esperienza da qualche maestro pizzaiolo partenopeo, come Enzo Coccia, i Salvo, Gino Sobillo e Franco Pepe, che, siamo certe, saranno contenti di condividere con loro conoscenza e sapere. Perché, non dimentichiamolo mai, la pizza è condivisione e convivialità.