- Autore: luciana squadrilli
- Data: 19 Aprile 2021
- Categoria: Recensioni
Sancho, cinquant’anni (e più) di pizza
Sancho a Fiumicino: da oltre cinquant’anni la famiglia Di Lelio sforna pizza in teglia lungo il porto-canale della cittadina laziale. Sempre più buona.
L’insegna lo dice chiaro e tondo: Pizzeria Sancho dal 1969. E poi il playoff “Raschietto e coltello” che sta a indicare una pizza al taglio (in teglia, per la precisione) verace e legata alla tradizione, anche se di certo non c’è niente di stantio in quello che esce dal forno lungo il porto-canale di Fiumicino, in via della Torre Clementina. Insomma, ha cinquant’anni (festeggiati nella primavera 2019, giusto in tempo) e passa ma non li dimostra!
Fu Emilio ad aprire nel 1969, trasformando la trattoria di famiglia in pizzeria, e presto lo affiancò il figlio Franco Di Lelio, praticamente nato qui, che è il “Sancho” dell’insegna. Ma praticamente ormai tutta la famiglia sono “I Sancho”: insieme a lui la moglie Caterina e soprattutto i due figli Andrea ed Emiliano (con la moglie Eleonora), che si sono fatti conoscere nel mondo romano della gastronomia per la loro simpatia “fragorosa” e per l’innata verve comunicativa (non a caso, a loro Agrodolce aveva assegnato il premio per la Miglior comunicazione sociale di Teglie Romane) oltre che per la bontà della pizza. Tra i loro sostenitori, prodigo di consigli, c’è anche Gabriele Bonci.
Metteteci anche il rinnovato fermento gastronomico di Fiumicino – ormai fulcro della “periferia iodata” laziale, con tante cose che bollono in pentola a riguardo e nomi importanti come Gianfranco Pascucci, Marco Claroni e Lele Usai – e si capisce come anche la “semplice” pizza al taglio si possa ritagliare un suo spazio nel panorama locale.
Una gita a Fiumicino
Proprio grazie a Gianfranco Pascucci – e a una passeggiata di lavoro a Fiumicino che, complice anche la giornata di sole, mi è sembrata una piccola vacanza visti i tempi che corrono – sono finalmente andata a trovare i Sanchos a “casa” loro, dopo aver più volte assaggiato la loro pizza in trasferta.
Ne abbiamo infatti approfittato per un giro lungo la via cittadina che è tutto un cantiere – speriamo che nei mesi estivi ci si possa godere i risultati dei lavori di abbellimento in corso – e per una tappa da loro, per un saluto e per farci raccontare da Emiliano la sua nuova “fissa” per il GreenEgg e per le affumicature: il video su Instagram del nuovo supplì con le ribs di manzo in salsa barbecue sta spopolando.
Gli assaggi da Sancho
Alla fine, c’è scappato anche l’assaggio in versione street, e me lo sono goduto forse più di un pranzo gourmet (ma presto mi rifarò anche con quello, spero). Immancabile il grande classico della casa: la Marinara de Sancho, con pomodorini, alici fresche e olio all’aglio, è un concentrato di semplicità e bontà.
Ricorda i panini mangiati in riva al mare la ripiena con tonno e pomodoro. Ma ci sono anche le proposte “carnivore”, come la buonissima Porchetta in crosta di patate, saporita e per niente asciutta e pesante come spesso mi capita di trovare questa pizza.
Ma a contendere il ruolo di “bestseller” alla marinara è la novità della pizza ripiena con maionese, insalata e fettine panate. Altro ricordo di casa e di infanzia, riesce a mettere d’accordo gola e gusto risultando super goduriosa ma non eccessiva; forse si potrebbe spingere giusto un po’ di più sulla nota agrumata della maionese (fatta in casa) per dare un tocco di freschezza aggiuntivo, ma direi che la definizione più adatta è: bona.
Va detto che a rendere tutto più apprezzabile – modo educato per dire che non smetteresti più di mangiarne – c’è un impasto decisamente più leggero e friabile di quanto ricordassi. Sancho resta infatti fedele all’idea tradizionale di pizza romana “scrocchiarella”, ben croccante e senza cercare agevoli mega a tutti costi, ma lo fa puntando sulla leggerezza appunto.
Ecco cosa dicono sul sito a proposito: “Panifichiamo solamente con farina semi integrale di tipo 2 che conferisce all’impasto un colore bronzeo con note che, in cottura, ricordano il grano appena tostato. Utilizziamo molta acqua e pochissimo lievito per far sì che il nostro impasto rimanga sempre leggero e croccante. Infine lo lasciamo maturare per 48/90 ore, prima di essere steso per la cottura”.
Il consiglio è di andare a provare con i vostri denti.