- Autore: luciana squadrilli
- Data: 18 Aprile 2016
- Categoria: Eventi
Siamo state al Campionato Mondiale della Pizza/ 1

Ma come, sono anni che lavoriamo nel mondo della gastronomia e che ci occupiamo di pizza e non eravamo mai state a vedere dal vivo un Campionato Mondiale della Pizza? Bisognava rimediare e così abbiamo fatto. Mercoledì scorso, con un paio di treni di cui uno preso per il rotto della cuffia, da Verona (dove c’era Vinitaly) me ne sono andata a Parma per assistere alla giornata finale della 25° edizione del Campionato Mondiale della Pizza. Ho colmato la lacuna e adesso posso dirlo con ancora più convinzione di prima, e senza paura di suonare inutilmente snob: no, non è questo il mondo della pizza di cui voglio parlare.
Che non si offenda nessuno: a Parma ho visto persone venute da tutto il mondo – dalla Cina agli Stati Uniti, molti gli Italiani emigrati ma non solo – per partecipare a qualcosa in cui credono e per cui si impegnano tantissimo, e sono certa che tra i partecipanti ci fossero dei bravissimi pizzaioli. Me lo confermano anche degli amici che erano in giuria per la categoria “Pizza senza glutine” e che sono stati soddisfatti del podio e degli assaggi da loro fatti nelle due giornate precedenti. Però per me, che ci sia un “campione del mondo” per aver steso (?) la pizza più larga sembra davvero una tra le cose più inutili a cui si potesse pensare.
Bisogna ammettere che assistere alle gare di pizza acrobatica e free style (dove i partecipanti più che pizzaioli sono praticamente dei ballerini-coreografi-giocolieri) fa un certo effetto e che molti sono davvero bravi. Ma di nuovo non posso fare a meno di chiedermi: a cosa serve?

Purtroppo, poi, nella giornata trascorsa al PalaCassa di Parma – che sembrava tanto una cattedrale nel deserto visto anche che la manifestazione era chiusa al pubblico generale – non sono riuscita ad assaggiare nemmeno una pizza, se non quelle servite alla “cena di gala” della sera: 800 persone sedute ai tavoli (tra cui tutte le squadre ed entourage vari, per più di 650 concorrenti) e un palco gigante su cui si svolgeva la premiazione, un ammirabile sforzo organizzativo vanificato dalle pizze servite al tavolo alla meno peggio, su vassoi di carta e il più delle volte fredde (e senza tenere in minima considerazione il numero dei commensali al tavolo) rendendole spesso decisamente meno buone di quello che avrebbero potuto essere.
Insomma, se non fai parte della giuria di qualche categoria non ti resta che curiosare tra gli stand degli espositori (tra cui poche cose interessanti come ad esempio la rivista statunitense PMQ e i vini de La Tognazza con un Gian Marco Tognazzi molto partecipe e interessato all’argomento, pronto pure a mettere le mani in pasta e ricco di aneddoti divertenti sul padre Ugo e la pizza), guardare increduli i dettagli delle sgargianti divise dei partecipanti (incluse le scarpe bianche con sopra stampata una bella pizza) o assistere alle gare a bordo campo. Il che va bene per le gare acrobatiche, ma diventa assolutamente inutile e noiosissimo per gli altri concorsi.
Peccato, perché mi sarebbe piaciuto capirne di più sul Trofeo Heinz Beck – in cui lo chef de La Pergola giudica e premia i primi piatti preparati dai cuochi dei ristoranti-pizzeria, quest’anno ha vinto Paolo Ferrarini della pizzeria Marabù di Nave ( Brescia) – e anche sulla gara Pizza a due, in cui un cuoco e un pizzaiolo si cimentano insieme nel comporre una pizza (primi classificati il pizzaiolo Leone Coppola e il cuoco Matteo Pisciotta).

Curioso, poi, che tra tutti i premiati – o per lo meno tra gli Italiani – l’unico nome che già conoscessi sia quello della Fattoria di Roccaraso, e solo perché ci vado in vacanza in zona da una vita: Giuliano Bucci ha vinto il titolo di Campione Mondiale per la Pizza Napoletana STG. Ma sicuramente andrò a visitare alcuni dei locali premiati, tra cui la pizzeria Nashville a Roma dove lavora Annamaria Marconi, seconda classificata nella categoria Senza glutine, e la Pizzeria Quattrocento di Marzana (Verona) dove lavora Federico de Silvestri che ha praticamente sbancato, piazzandosi sul podio in ben 4 categorie: sua, per esempio, la migliore pizza senza glutine.

Ma sveliamo il vincitore assoluto: il Campione del Mondo 2016 di Pizza Classica (la categoria principale) è il francese Ludovic Bicchierai della pizzeria Le Gusto Pizza di Marsiglia che ha vinto con una pizza a base di pomodoro, mozzarella, tartare di orata, fiori di zucca e gamberi freschi.

Io questi eventi non li capisco proprio. Di campionato mondiale della pizza ce n’è praticamente uno ogni settimana in ogni parte del mondo. E se i pizzaioli dovessero partecipare a tutti non starebbero mai a preparare pizze per i loro clienti. E poi, cosa significa essere campione mondiale? Secondo quale giuria? C’è una federazione? Ce ne sono 20? Stando al numero dei campionati mondiali i vincitori si passano praticamente la corona da una settimana all’altra. Per non parlare delle categorie che hai giustamente evidenziato. Io sgrano gli occhi di fronte alla bravura dei pizzaioli acrobatici, ma quelli stanno bene in un circo, non in pizzeria.