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Vico Capri

Vico, la buona pizza a Capri

Siamo state a provare le pizze – e altro – nel locale aperto dalla famiglia Coccia all’interno dell’elegante hotel La Residenza, sull’isola partenopea.

Dell’apertura di Vico – il bel format di “pizza fine dining” nato dalla collaborazione tra Enzo Coccia e i suoi figli Andrea e Marco e la famiglia di albergatori De Angelis – a Capri avevamo già dato notizia a giugno. Qualche giorno fa sono riuscita ad andare a provare di persona, e ho avuto anche la fortuna di trovare, in via eccezionale, tutti e tre i Coccia al banco (e in sala, attentissimi a che tutto vada per il meglio anche nelle serate agostane di gran pienone). Chiusi i locali napoletani, infatti, i tre – che si alternano nel seguire di persona ogni sede – si erano dati appuntamento sull’isola per salutarsi e fare il punto sui lavori prima di proseguire ognuno con i propri impegni.

Abbiamo passato una bellissima serata, anche grazie a uno staff di sala impeccabile e a un ambiente di grande raffinatezza ma dove nulla è ostentato. Quello che era un giardino “di passaggio” del boutique hotel La Residenza Capri – costruito nel 1956 come un ampliamento della storica Villa Caterina, residenza del Principe Caracciolo, e oggi diventato il secondo più grande di Capri – è stato infatti completamente trasformato per ospitare i bei tavoli che costeggiano tra l’aiuola fiorita centrale e lo spazio laterale coperto dagli ombrelloni, mentre un’altra fila di tavolini è riservata a chi viene per l’aperitivo o il dopocena. Se da un lato in fondo al giardino, infatti, c’è il bel bancone con il forno a legna dove i Coccia e il loro staff stendono, condiscono e infornano le pizze, dall’altro c’è un chiosco in legno con il bancone mixology che porta anche a Capri la collaborazione con il locale romano Salotto42.

Il menu è ricco: per iniziare, c’è la pagina dedicata alle montanarine – dalla Vesuvio, con pomodorini del piennolo del Vesuvio Dop, provola di bufala Dop, pecorino e basilico, alla Parma con piennolo, prosciutto crudo di Parma, Pecorino Romano Dop e basilico -, alle insalate e alle diverse proposte di prodotti di bufala: dalla mozzarella alla treccia, dalla provola affumicata alla stracciata.

La proposta delle pizze si divide tra le pagine deidcate ‘A Pizza ‘e Na Vota – con classici tra cui la Margherita “standard” e Dop, la Diavola, la Margherita Provola e Pepe, la Quattro Formaggi e così via, inclusa la Focaccia alla Caprese, con prezzi tra i 18 e i 26 euro – e quelle che annoverano Na Penzata d’Enzo, vale a dire le signature di Coccia. Tra queste, accanto ad alcune proposte già assaggiate nel locale di Roma ci sono quelle ideate in omaggio alla sede caprese (ma, se ho capito bene, disponibili anche a Roma) e dedicate ai luoghi dell’isola o della costa campana in generale: anche in questo caso, i prezzi si attestano tra i 24 e i 29 euro. E, tenuto conto che siamo a Capri, in un hotel di lusso, in un posto magnifico e serviti con grande attenzione, direi che sono prezzi davvero concorrenziali (soprattutto in confronto ad altri indirizzi sull’isola). D’altra parte, è certo che qui non si viene per spendere poco ma per passare una bella serata, ed è esattamente la promessa che il locale mantiene.

Ecco le pizze che abbiamo assaggiato, servite al tavolo una alla volta già tagliate in spicchi per gustarle al meglio: siamo all’aperto e con tutto il caldo che fa l’umidità non manca e rende più breve la “vita” di grandi pizze come quelle sfornate dalla famiglia Coccia.

Iniziamo con la buonissima Nerano: Fior di Latte, Crema di Zucchine, Zucchine Fritte, Provolone del Monaco dop, Mentuccia, Basilico e Olio extravergine.

Dopo arriva la Jovis – dedicata alla famosa Villa Jovis, dimora romana dell’imperatore Tiberio – con Alici Fresche, Mozzarella di Bufala Campana dop, Fiori di Zucca Saltati in Padella, Pecorino Romano dop, Peperoncino, Menta, Zest di Limone di Capri, Basilico e Olio extravergine. All’unanimità, è stata decretata la preferita di tutto il tavolo!

Non meno interessante, comunque, la Cunto del Mediterraneo con fior di latte di Agerola, pomodorini del Piennolo del Vesuvio Dop, melanzane a funghetto e ventresca di pesce spada: il nome rimanda a Lo Cunto de li Cunti, la seicentesca raccolta di fiabe napoletane di Giambattista Basile.

Chiudiamo – accompagnando il tutto con delle bollicini dalla Franciacorta – con una grandissima versione della Margherita, che resta sempre un grande classico inarrivabile. E cediamo anche a un assaggio condiviso di dessert: rimaniamo sul classico e assaggiamo la Delizia al limone, in una versione davvero squisita e leggera in cui il morbido pan di Spagna bagnato al limoncello (ma non eccessivamente) viene coperto al momento da una squisita crema al limone. E per finire, dal bancone del bar ci arriva un buonissimo Espresso Martini!


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